continuiamo a dire no all’impianto asm – #nopallet

Nei giorni scorsi Asm ha depositato il nuovo progetto che prevede la realizzazione di una fabbrica da destinare alla produzione di pallet, con l’utilizzo di un nuovo collante che sostituisce quello originariamente previsto, a base di formaldeide, sostanza altamente cancerogena.
Ci chiediamo: se non avessimo alzato i toni del confronto, la formaldeide sarebbe rimasta? Crediamo proprio di sì.

Perché, in sintesi, rimane il nostro No al progetto ASM?
– non è nella mission di ASM, società destinata ad erogare servizi ai cittadini;
– non è attività rientrante nella filiera energetica o dei servizi;
– un Ente pubblico non deve assumersi il rischio di impresa, non disponendo di capitale di rischio;
– non è utile ai cittadini ma solo ad Iren, società commerciale, che può fare investimenti con capitale di rischio;
– La pubblica amministrazione deve gestire il proprio patrimonio come il buon padre di famiglia, evitando operazioni rischiose. Le risorse in capo al Comune, anche se per il tramite di società partecipata, non appartengono all’Amministrazione bensì a tutti i cittadini che vi contribuiscono con le tasse.

Abbiamo letto e studiato il nuovo progetto in cui permangono numerosi aspetti negativi; ne elenchiamo alcuni:
– l’indicazione di 3,8 MWh di consumo di energia elettrica costituisce un errore che un’azienda specializzata in tale campo non dovrebbe commettere (sono 3800kWh);
– ci sarà un consumo di gas metano di circa 6,8 milioni di mc in relazione alle caldaie installate, consumo che non risulta dichiarato in alcun punto del nuovo progetto.
Evidentemente il management di ASM non ha avuto il tempo di leggere il progetto di cui, peraltro, è proponente.

Nascono poi spontanee alcune considerazioni:
– considerate le tonnellate di legno indicate (110.000), perché Asm non ha pensato di portarne il 20% in più per sostituire il metano?
– perché il nuovo progetto è stato presentato come integrazione del precedente, considerato che non integra un bel nulla, essendo contemplata una variante del ciclo produttivo?
E ancora, nell’integrazione presentata pochi giorni fa alla Provincia di Vercelli, tra le altre cose, c’è scritto: “L’impianto sarà il primo nel suo genere in Italia ed Europa”.Ma è sensato che una società come ASM di fatto investa su un processo di lavorazione “prototipo”?

Nonostante il nuovo progetto continuano a rimanere validi i motivi per i quali ci opponiamo alla realizzazione dell’impianto:
1) l’inquinamento ambientale;
2) l’utilizzo di denaro pubblico per effettuare investimenti produttivi.

Per quanto riguarda l’inquinamento ambientale, non sono state eliminate le criticità legate:
– al materiale che verrà utilizzato – rifiuti legnosi – contenente formaldeide;
– alle emissioni di altri composti che possono avere effetti negativi sulla salute pubblica;
– all’incremento degli autoarticolati sul territorio comunale per il trasporto dei rifiuti in ingresso e dei pallet e degli scarti in uscita.

Ma preferiamo soffermarci su un altro argomento, altrettanto importante: l’errato e scriteriato utilizzo dei denari pubblici.

Continuiamo a porci la seguente domanda, senza trovare una risposta: perché Asm – che, ricordiamolo, è partecipata per il 40% dalla Città di Vercelli e per il 60% dal socio di maggioranza Iren, – deve affrontare il rischio di impresa utilizzando denaro pubblico per creare dal niente un’attività produttiva che nulla ha a che vedere con quella tradizionale dell’Azienda, consistente nell’erogazione dei servizi pubblici essenziali, nel miglioramento della loro qualità ed efficienza?
L’investimento previsto è di 40 milioni di euro; considerata la partecipazione del Comune di Vercelli del 40%, 16 milioni sono imputabili allo stesso e verranno investiti nella fabbrica di pallet!
Quanti anni ci vorranno per raggiungere il break even period, ossia quale sarà il periodo di tempo necessario per il recupero dell’esborso iniziale sostenuto? Perché Iren, come già successo in altre realtà, non ha effettuato l’investimento autonomamente?
Crediamo che non interessi al cittadino vercellese sapere che il Comune potrà, in un futuro non meglio identificato, forse, ricevere i dividendi, qualora i risultati gestionali dovessero essere positivi. Parimenti a noi cittadini non interessa l’economia circolare se la città continua a essere sporca, la bolletta non scende e non si fa nulla per nuovi servizi energetici meno costosi.
Qualora i risultati dovessero essere, invece, negativi, un’eventuale svalutazione della partecipazione del Comune in Asm potrebbe avere ripercussioni negative sul bilancio della Città di Vercelli, con conseguenze facilmente immaginabili.
Forse gli auspicati e futuri dividendi ipotizzati “tentano” l’attuale Amministrazione, così come la promessa assunzione di 30 persone. Lo faccia Iren allora e ASM assuma altrettante persone per formare competenze sull’efficienza energetica, il cui indotto locale è certamente più importante rispetto a quella del riciclo dei rifiuti di legno. Non crediamo sia il momento, per la nostra Amministrazione comunale, di giocare a fare gli industriali. E’ il momento di chiedere ad ASM di far pagare meno i servizi e soprattutto di farli meglio.
Si deve inoltre tenere presente un altro aspetto fondamentale: il Piano originario prevedeva 100 milioni di euro di investimenti: 60 di essi, o poco meno, ascrivibili alla gara per il gas, ancora bloccata; i restanti 40 avrebbero dovuto essere impiegati nell’efficientamento e implementazione dei servizi (idrico, raccolta rifiuti, ecc..), servizi che, inutile nasconderlo, lasciano alquanto a desiderare.
Se Asm dovesse investire 40 milioni per la fabbrica di pallet, non rimarrebbe più nulla da destinare al core business di ASM, il famoso Piano industriale, mai rispettato!

Pertanto, a gran voce, continuiamo a dire NO al progetto di Asm.

SiAmo Vercelli

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L’assegnazione delle case popolari: vince la residenza sui bisogni sociali

Se sei single ma hai residenza a Vercelli da molti anni conti di più di chi ha tre figli minori a carico e sta in città da un numero minore di anni (comunque maggiore di tre, limite imposto dalla Regione Piemonte per accedere alla casa popolare).

Questa è la vergognosa delibera della Giunta Corsaro approvata venerdì scorso dal Consiglio Comunale a trazione leghista.
In mezzo a un sacco di belle parole sui criteri che dovrebbero avvantaggiare donne vittime di violenza, genitori soli con figli a carico e invalidi, spunta la norma “prima i vercellesi”. E neppure a parità di altri parametri ma proprio come vantaggio netto in graduatoria.
Non bastano le parole dell’assessore Politi e del sindaco Corsaro, che spostano il problema alla necessità di avere più case disponibili sistemando quelle tante che non sono agibili; sono questioni ovvie per tutti.
Ma il punto è un altro: perché mettere sullo stesso piano i bisogni sociali più veri, quelli che incidono sulla vita delle persone, come povertà e situazioni famigliari difficili, con la residenza vercellese? Che c’entra se sto a Vercelli da cinque o dodici anni? E che c’entra se appartengo alle forze armate, un altro favore a quelli che la maggioranza considera i suoi target elettorali?

Povera la città in cui si fanno queste graduatorie e in cui, in nome degli slogan populistici, si fanno giravolte da un anno all’altro: già perché il consigliere Stecco non più tardi di un anno fa sostenne una posizione opposta in Consiglio comunale. Ma un anno fa, stava all’opposizione e oggi, invece, in maggioranza. “E’ vero – si è giustificato Stecco intervenendo – però, approfondendo … “, pare che abbia cambiato idea.

Se è lecito cambiare idea, sempre che non sia per semplice convenienza, lo è molto meno turarsi il naso su questioni così serie per restare in sella. Perché non possiamo credere che tutti quelli che, prima in giunta hanno condiviso questa delibera e poi in Consiglio comunale l’hanno approvata, non ne vedano le storture e le pesanti iniquità. Quando si troverà il coraggio per reagire?

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L’impianto dei pallets: danno e beffa per i cittadini vercellesi?

Giovedì 31/10, in Consiglio comunale si torna a parlare di ASM e del buco nell’acqua rappresentato dalla collaborazione con Iren. Peggio, della totale distruzione in corso del valore di uno dei pochi beni che aveva la città di Vercelli, la sua ex municipalizzata.

In Consiglio passerà, infatti, una proposta di giunta per una modifica al Piano Regolatore. Con un linguaggio burocratico arzigogolato si cercherà di far passare come correzione di un mero errore materiale a un articolo del Piano, l’ampliamento degli usi ammessi nell’Area Industriale Attrezzata di Vercelli (AIAV) al trattamento e smaltimento di rifiuti, che oggi non è contemplato.
Si apriranno così definitivamente le porte all’impianto per la produzione di pallet, di cui si parla da un po’ di tempo: i pallet saranno realizzati triturando rifiuti legnosi e incollando e compattando i trucioli ottenuti. Per inciso, i rifiuti convergeranno al nuovo impianto da mezza pianura padana e il processo produttivo presenterà elevati potenziali rischi d’inquinamento.

Ma il punto non è solo questo e danno e beffa per i cittadini vercellesi sono molto più gravi.
Infatti, si sta cercando di far passare come investimento per la città la realizzazione di un impianto che non ha nulla a che vedere con il piano industriale promesso per ASM al momento dell’acquisizione della maggioranza dell’azienda.
Un piano del valore di 100 milioni di euro, di cui finora in città abbiamo visto solo le briciole.

Non si è fatto nulla per rendere più efficienti i servizi attuali, più efficienti e magari più economici per i cittadini di Vercelli. Non si sono realizzati nuovi servizi, non si sono sviluppate competenze in ASM, non si è innescato quel volano di investimenti per la città che pure era stato promesso.

Ora, l’unico investimento proposto è quello dell’impianto per la produzione dei pallets, un investimento della cosiddetta economia “circolare”, che non ha nessuna delle caratteristiche utili per la città: non rende efficiente alcun servizio, non giova alla città, anzi la appesantisce nell’inquinamento, non è un nuovo servizio energetico. E’ semplicemente un investimento industriale, con il rischio industriale insito in questi investimenti.

Il Comune, però, non è un imprenditore e la sua missione dovrebbe essere quella di assicurare e svolgere al meglio i servizi cittadini, al minor costo possibile; nulla a che fare con investimenti industriali e, soprattutto, insensato indebitare la propria partecipata per investimenti che non rientrano nei servizi per la collettività.

E’ evidente che, nonostante il cambio di Amministrazione, il socio di maggioranza Iren opera incontrastato per l’esclusivo suo interesse. Senza alcuna resistenza da parte del Comune di Vercelli,
ASM diventerà una succursale commerciale di Iren, perdendo tutto il suo valore.

A questo punto che senso ha giocare questa partita? Che beneficio ha la città?
Se il Comune e i nuovi amministratori di parte vercellese, appena nominati dal sindaco Corsaro, non hanno la capacità propositiva per trattare con Iren investimenti utili alla città e ai cittadini, tanto vale vendere l’intero pacchetto. Sarebbe un peccato, perché ci sarebbe spazio per farsi valere con Iren, che, da società quotata, non può certo andare sui giornali per una “guerra” con il Comune di Vercelli e i suoi cittadini.

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VIVA! LA SETTIMANA PER LA RIANIMAZIONE CARDIOPOMONARE

https://www.settimanaviva.it/eventi/255

CON LE TUE MANI

L’Associazione SiAmo Vercelli accoglie l’invito dell’Unione Europea e di European Resuscitation Council (www.erc.edu), a promuovere, sviluppare e realizzare una Campagna di Sensibilizzazione per la Rianimazione Cardiopolmonare a cui in Italia è stato dato il nome di “Viva!“. Saremo presenti domenica 20 ottobre In piazza Cavour dalle ore 10.30 alle ore 12.30 e dalle ore 16.30 alle ore 18.30 con un gazebo per sensibilizzare i cittadini alle manovre salvavita. Vi aspettiamo! Anche tu puoi aiutare a salvare una vita!

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Vercelli città cardioprotetta

I Consiglieri Comunali del Gruppo di SiAmo Vercelli hanno protocollato la mozione “Vercelli Città cardioprotetta”, con la quale si impegnano il Sindaco e la Giunta ad attivare interventi atti a prevenire le tragiche conseguenze dell’arresto cardiaco, ritenuto il più importante problema sanitario in Europa.

In merito, dati recenti fotografano una situazione gravissima: ogni giorno muoiono in Europa per arresto cardiaco improvviso circa mille persone – numero pari ai passeggeri trasportati da due Jumbo Jet. In Italia oltre sessantamila persone sono colpite da arresto cardiaco ogni anno, il 70% degli arresti cardiaci avviene in presenza di qualcuno che potrebbe iniziare la rianimazione cardiopolmonare (RCP); in Europa ogni novanta secondi un tentativo di RCP non ha successo perché iniziato tardi. “Se i testimoni di un arresto cardiaco iniziano la rianimazione polmonare prima dell’arrivo dell’ambulanza, le possibilità di sopravvivenza della vittima aumentano di due/tre volte “(Prof. Bernd Böttiger)

Già nel 2012 il Parlamento Europeo si è espresso attraverso una Dichiarazione che evidenzia la necessità di sensibilizzare e formare i cittadini “non esperti” a riconoscere e ad attivare i soccorsi in caso di arresto cardiaco e istituisce una settimana dedicata.

Diventa quindi cogente coinvolgere le amministrazioni locali in un progetto ad ampio respiro che comprenda la promozione di una campagna di formazione, sensibilizzazione e addestramento dei cittadini, degli studenti, degli insegnanti, attraverso l’istituzione di corsi di Primo Soccorso finalizzati anche all’uso dei defibrillatori semiautomatici esterni e gestiti dall’A.S.L. e da Enti riconosciuti ed abilitati dalla Regione Piemonte, in collaborazione con le Associazioni di Volontariato presenti sul territorio.

Grazie e buon lavoro

Cordialmente
SiAmo Vercelli

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Cannata resta al suo posto, Inconcepibile

Abbiamo deciso di uscire dall’aula e di disertare la seduta odierna del Consiglio comunale per manifestare la nostra protesta contro la decisione del consigliere Cannata di rimanere al suo posto.

Dopo le gravissime frasi pronunciate a luglio, il Consiglio comunale, all’unanimità, aveva chiesto a Cannata di dimettersi e aveva invitato il sindaco a incontrarlo per convincerlo a farlo. Nonostante tutto questo, il consigliere Cannata è tornato al suo posto.

Non vale neanche la pena di prendere in esame l’arrogante rivendicazione fatta oggi dal consigliere, che conferma la pericolosità di affermazioni tanto gravi quanto superficiali.

Non è in esame il comportamento di Cannata come uomo e cittadino, a quello penseranno lo stesso Cannata, i suoi amici e il giudice. E’ in discussione il suo ruolo di consigliere comunale, che Siamo Vercelli continua a trovare incompatibile con le affermazioni fatte.

Non basta l’estate per dimenticare un atto inqualificabile, non ci si può abituare a tutto. Per questo, ce ne siamo andati.

SiAmo Vercelli

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Interviste ai Consiglieri: Alessandro Concina e Andrea Del Rosso

Alessandro Concina
Andrea Del Rosso

Eccoci arrivati all’ultima puntata delle nostre interviste ai consiglieri. Oggi chiudiamo con Alessandro Concina e Andrea Del Rosso, il primo producer televisivo in Sky Italia, il secondo si occupa di consulenze e mediazione creditizia. Andiamo a conoscerli meglio!

Alessandro, Andrea, avete l’onore di chiudere la nostra serie di interviste! Parlateci un po’ di voi.

ALESSANDRO:

Sono Alessandro Concina, 39 anni e vivo a Vercelli con la mia compagna Mariel e 3 splendidi gatti. Diplomato al Liceo Lagrangia, laureato in Scienze della Comunicazione all’Università del Piemonte Orientale, annovero tra le mie esperienze lavorative più significanti i ruolI di Area Team Leader in Expo Milano nel 2015 e PR Manger per un sito specializzato in videogiochi e intrattenimento. Attualmente lavoro in Sky Italia, direzione Sport Channels, dove mi occupo della pianificazione e produzione degli studi interni di Serie A. Amo molto lo sport, in particolare tennis e calcio (e non potrebbe essere altrimenti visto il mio lavoro), ma la vita da pendolare mi consente di praticarlo meno di quello che mi piacerebbe.

ANDREA:

Ciao a tutti, mi chiamo Andrea Delrosso, ho 49 anni sono sposato con Laura ed abbiamo due bellissimi figli ed un’adorabile gatta. Da sempre impegnato professionalmente nel mondo bancario e assicurativo, attualmente mi occupo di consulenza e mediazione creditizia coordinando un gruppo di 10 persone sull’intero territorio del nord ovest italiano. Ex giocatore dell’Olimpia Volley Vercelli, sono tifoso (da sempre abbonato in Curva Ovest) della Pro Vercelli. Recentemente sono stato sedotto dal Padel, questa nuova disciplina sportiva che sta letteralmente spopolando anche a Vercelli.

La campagna elettorale è quasi finita ed è stata impegnativa, ma l’eventuale elezione a consigliere comporterà ulteriori impegni e responsabilità: una bella sfida!

ALESSANDRO:

Inizialmente il mio coinvolgimento in SiAmo Vercelli era previsto solo in qualità di membro del team comunicazione e gestione social media. Poi Bobo Zanoni, che ringrazio molto, mi ha proposto di candidarmi come consigliere comunale. Ho pensato che il poter essere in prima linea per Vercelli sarebbe valso gli sforzi e i sacrifici della campagna elettorale, prima, e l’impegno al governo della città (dita incrociate) dopo. D’altronde se si vuole che le cose cambino non basta solo lamentarsi, o meglio: va bene lamentarsi ma, prima di tutto, è necessario impegnarsi in prima persona e dare il proprio contributo.

ANDREA:

Una bella sfida dove serve impegnare il proprio tempo e le proprie competenze, dedicandoli al bene comune, alla mia città. D’altronde, dopo 5 anni come membro della segreteria cittadina, mi sembrava un gesto naturale e doveroso accettare l’invito… e poi l’entusiasmo contagiante di tutta la squadra ha fatto il resto.

Siete entrati in SiAmo Vercelli in momenti diversi, ma cosa vi ha convinti?

ALESSANDRO:

Sono stato simpatizzante di SiAmo Vercelli fin dalla scorsa tornata elettorale e, dopo aver conosciuto molti dei componenti del gruppo, ho capito che la fiducia era stata ben riposta. Alberto Perfumo, Bobo Zanoni, Pier Giuseppe Raviglione per citarne solo alcuni, sono persone con le quali è un piacere parlare e confrontarsi perché sono tutti genuinamente interessati a migliorare la città per i vercellesi. Sembra mera autocelebrazione dirlo, ma nessuno in SiAmo Vercelli ha ambizioni politiche che travalichino i confini della città: l’unico interesse è Vercelli, non ci sono logiche di partito cui rispondere e le decisioni sono prese confrontandosi e scambiandosi idee. Solo così si può garantire di mettere al centro del proprio progetto l’interesse della città. Personalmente non pensavo ci fosse la possibilità di fare politica a queste meravigliose condizioni.

ANDREA:

Mi hanno convinto le persone che 5 anni fa avevano costituito il piccolo nucleo di partenza, ovvero persone senza interessi particolari, se non l’avere a cuore il bene della propria città. Ero disorientato dalla “pochezza” di idee e dall’incompetenza delle persone che mai e poi mai sarebbero state in grado di risollevare le sorti della città. Penso che per la prima volta nella mia vita non sarei andato a votare se non si fosse concretizzata la possibilità di entrare a far parte di SiAmo Vercelli.

Tra le tante cose da fare in città su cosa mettereste il focus?

ALESSANDRO:

La città è abbastanza disastrata, inutile negarlo. Non serve però parlare di massimi sistemi o essere il genio della lampada. L’elemento base di chi gestisce un ente pubblico dovrebbe essere uno solo: il buonsenso. Banalmente, ognuno è più pratico e nota di più le problematiche delle situazioni che vive di prima persona. Ad esempio, da pendolare, sentivo l’esigenza di avere davanti alla stazione più stalli per le biciclette e più comodi: grazie al mio intervento l’Amministrazione (dopo più di un anno…) ha provveduto a installare quelli comodi e moderni che ora ci sono. Perché non l’hanno fatto prima? Bella domanda! Tra i punti che mi stanno più a cuore ci sono sicuramente la necessità di un intervento sensato di potenziamento e manutenzione delle piste ciclabili e la cura e il miglioramento del verde (da quanto non si effettua più una piantumazione di alberi in città)?

ANDREA:

Direi che la città ha molti margini di miglioramento, in questi ultimi anni abbiamo toccato il fondo! Città sporca come non mai, “insicura” per i vercellesi, credo l’unico capoluogo di provincia in Italia ad essere senza piscine da quasi 6 anni (chiuse da Corsaro e mai più riaperte dalla Forte). Siamo circondati dal “mare a quadretti” delle risaie ma senza essere stata ancora identificati come la vera ed unica “capitale del Riso” (anche la famosa ” Risoteca” è naufragata nel mare dell’incompetenza e dell’inconcludenza). Vercelli è una città che dorme da troppo tempo e che ha bisogno di una sveglia, di una Rivoluzione Buona. Con la Squadra di Siamo Vercelli vorrei poter contribuire a risolvere queste situazioni, concretamente e con competenza ! 

Alessandro, Andrea, grazie per il vostro tempo!

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Interviste ai Consiglieri: Alessandro Balbis e Simona Picco

Alessandro Balbis
Simona Picco

Continuiamo la carrellata di chiacchierate con i nostri candidati consiglieri. Oggi è il turno di Alessandro Balbis e Simona Picco, due volti molto noti in città grazie alla loro professione: consulente aziendale l’uno, architetto l’altra.

Alessandro, Simona, benvenuti. Tratteggiate un rapido profilo di voi per chi non vi conoscesse.

ALESSANDRO:

Alessandro Balbis, vercellese, 43 anni, dottore in economia e commercio, sposato e ho una figlia. Nell’ottobre del 2007 ho avviato la mia impresa individuale con sede in Vercelli, conosciuta come “Studio Balbis”. Lo Studio svolge l’attività di consulenza aziendale varia, con spiccata competenza nella Finanza Agevolata d’Impresa. Sono da sempre attivo per la mia amata città e ho fondato due gruppi Facebook di assoluto successo e “luogo” quotidiano di discussione, uno, “Identità Vercellese” dedicato ai temi riguardanti Vercelli, l’altro, “Pro nel cuore!”, dedicato alle amate Bianche Casacche. Sono appassionato di scrittura e per 5 anni ha collaborato con una prestigiosa testata online vercellese, occupandomi prevalentemente di sport e cronaca. 

SIMONA:

Mi chiamo Simona Picco, ho quarant’anni e sono mamma di Camilla e Federico. Sono un architetto, laureata al Politecnico di Torino e lavoro a Vercelli dove ho aperto il mio studio di progettazione.

La candidatura a consigliere comunale è un impegno non da poco. Come mai vi siete imbarcati in quest’avventura?

ALESSANDRO:

Dopo due tornate elettorali in cui volevo scendere in campo per la mia città e non avendo mai trovato ciò che cercavo, questa volta, abbracciate le linee del Movimento, ho accettato: voglio, se i cittadini di Vercelli me lo permetteranno, dare un mio contributo, impegnandomi per il solo grande amore che ho per la mia terra, senza nessun secondo fine. Molti mi chiedo chi me lo abbia fatto fare. Io sto rispondendo che era ora di dare il proprio contributo, perché a criticare si fa presto, ma trovo giusto che un cittadino debba metterci la faccia. E’ una sfida impegnativa, ma sentivo l’esigenza di provarci e le sfide non mi spaventano. La vita è tutto un adattamento, un cambiamento costante, a cui bisogna stare al passo, per non rimanere indietro.

SIMONA:

Ho accettato perché vorrei dare un contributo per migliorare la mia città mettendo a disposizione le mie competenze.

Perché SiAmo Vercelli? Cosa vi ha convinto ad aderire al movimento?

ALESSANDRO:

Ho scelto Siamo Vercelli perché innanzitutto è una lista Civica e non vi sono restrittive logiche di partito (insomma mi sento libero, pur dovendo tenere una linea comune), cosa per me essenziale. In seconda battuta convengo, da tempo, con Alberto Perfumo su quali siano i problemi di questa città. Concetti come l’amore per Vercelli senza secondi fini, il considerare l’amministrazione della città come un dovere, il non dover vivere di politica e non ambire a carriere “arrivistiche”, mi hanno convito definitivamente. Debbo tutto a Pier Giuseppe Raviglione: mi ha fatto una corte sfrenata e alla fine mi ritrovo, grazie soprattutto a lui, in una Lista Civica fatta di persone straordinarie.

SIMONA:

Ho scelto Siamo Vercelli per pochi semplici motivi: principalmente perché ne condivido le idee, poi perché e un movimento slegato da ogni partito e soprattutto perché è formato da persone serie, lavoratori professionisti che mettono a disposizione la loro conoscenza e competenza per  il bene della collettività senza mire personali.

Sulla base delle vostre competenze ed esperienze, cosa ritenete si debba metter in cima alla lista dell cose da fare in città?

ALESSANDRO:

La città è un gioiellino che merita tanto, ma tanto, ma tanto, di più. Negli ultimi 15 anni, specie con l’amministrazione 2004 – 2014 è stata maltrattata, si sono fatte mille promesse e poche cose concrete. Basta andare in giro per vedere il degrado in cui Vercelli versa: non abbiamo una piscina; non c’è il Museo dello Sport ma è stata rasa al suolo la sede della Pro Vercelli; il recupero della Garrone, dell’ex Distretto, dell’ex cinema Viotti, dell’ex area Sambonet con la costruzione di una scuola di design. Solo parole. Poi è arrivata l’amministrazione uscente, che, oltre alla piscina non fatta, non è nemmeno riuscita a potare in modo corretto gli alberi. E’ tutto un rattoppo.. C’è bisogno di tutto, soprattutto, come dice Alberto Perfumo “non lasciare amministrare Vercelli dalla stessa vecchia politica ed aspettarsi un risultato diverso”. Particolarmente a cuore mi stanno due cose: la difesa del nostro Ospedale e la riqualificazione totale del commercio al dettaglio del centro, con l’arrivo, finalmente, di grandi marchi che aiutino a ripopolarlo.

SIMONA:

La città ha parecchie potenzialità dal punto di vista storico-artistico che andrebbero sviluppate al fine di richiamare più turisti. E’ urgente anche occuparsi maggiormente della cura delle aree verdi, dei giardini e dei parchi pubblici, migliorare la pulizia e l’arredo urbano in modo da rendere piacevole e confortevole la vita quotidiana di ciascun cittadino. C’è anche bisogno di cambiare un po’ mentalità di smetterla di lamentarsi in continuazione senza dare il proprio contributo, perché Vercelli ha bisogno di migliorasi, di rimanere al passo con i tempi e di togliersi quella velata tristezza che la ricopre. Non ci vorrà poco, ma se non si cambia e si continuano a fare sempre le stesse cose il cambiamento non potrà mai avvenire.

Alessandro, Simona, grazie per l’intervista e sotto con gli ultimi momenti di campagna elettorale!

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iNTERVISTE AI cONSIGLIERI: fEDERICA cARAMINI E fEDERICA Anino

Federica Caramini
Federica Anino

Le protagoniste della nostra intervista di oggi condividono non solo il nome, ma anche l’entusiasmo e l’energia che hanno profuso in questi due mesi di campagna elettorale. Sempre presenti ai gazebo, ai porta a porta, agli eventi: salutiamo Federica Caramini e Federica Anino.

Bentrovate!Iniziamo, come sempre, con una breve presentazione personale.

FEDERICA C:

Sono Federica, ho 36 anni, sono nata e vivo a Vercelli. Dopo aver terminato gli studi turistici ho lavorato all’estero per otto anni in strutture di diverse catene alberghiere collaborando sia con Tour Operator italiani che internazionali. Ad oggi sono impiegata commerciale presso un’azienda di Vercelli che si occupa di vendite per l’industria ceramica al di fuori della Comunità Europea e seguo personalmente i mercati di diversi Paesi.

FEDERICA A:

Federica Anino, 40 anni, vercellese da sempre. Per dieci anni ho lavorato in ambito risorse umane e da un anno sono impiegata nel settore del welfare aziendale. Mi definisco “patriottica”, fortemente legata alle tradizioni e alla mia città. Lettrice incallita e tifosa di Pro Vercelli e Juventus.

Siete entrambe molto giovani e vi affacciate in politica attiva per la prima volta. Cosa vi ha spinto ad accettare la proposta di candidatura a consigliere?

FEDERICA C:

Quando mi è stato proposto di candidarmi c’è stato un attimo di sorpresa e, in seguito, una riflessione accurata. E’ sicuramente una responsabilità da portare avanti con la massima dedizione e serietà ma significa avere la possibilità di cambiare le cose e di farlo nel modo giusto, impegnarsi attivamente “sul campo” anziché restare ad osservare dagli spalti. La decisione di candidarmi nasce semplicemente dal fatto che Vercelli mi ha dato e continua a darmi tanto ogni giorno e sono fermamente convinta che qui si possa vivere bene.

FEDERICA A:

La decisione di accettare la proposta alla candidatura arriva dopo un periodo di importanti cambiamenti personali e situazioni che mi hanno fatto pensare: “È ora di dare una svolta alla mia vita”. Ecco, quindi, una nuova sfida sicuramente impegnativa, ma che mi metterà alla prova. Io la affronterò con entusiasmo e serietà.

SiAmo Vercelli, lo avrete visto bene in questi mesi, ha delle peculiarità tutte sue rispetto ai vecchi partiti tradizionali. Cosa vi ha convinto di più?

FEDERICA C:

Ciò che mi ha subito colpita è che SiAmo Vercelli si preoccupa davvero di quelle che sono le esigenze di Vercelli. Non ci sono linee guida imposte “dall’alto” e non ci sono secondi fini di nessun tipo: c’è un programma che è fatto su misura, cucito addosso alla città in base a ciò che manca e a ciò che deve essere migliorato o corretto e questo per me significa moltissimo.
Nel movimento ho inoltre trovato un gruppo di persone serie ed estremante competenti, un gruppo affiatato mosso dallo stesso amore per la propria città e dalla stessa voglia di scendere in campo per vederla crescere e rinascere.

FEDERICA A:

Ho seguito SiAmo Vercelli già cinque anni fa e posso dire che da fuori ho sempre percepito entusiasmo, motivazione a far bene e spirito di gruppo. 
Ora che ci sono dentro confermo le mie impressioni. È come essere in una squadra di calcio: ognuno con il proprio ruolo, tutti indispensabili, complementari e “carichi”. Nella nostra squadra, però, non ci sono riserve, siamo tutti in campo. In SiAmo Vercelli non ci chiediamo cosa ci rende felici, ma cosa possiamo fare per esserlo.

La città, sebbene si tenti di dire il contrario, è abbastanza disastrata e ha bisogno di interventi su più direttrici. Su cosa vi piacerebbe lavorare?

FEDERICA C:

Indubbiamente sui settori commercio e turismo. Vercelli ha davvero molto da offrire ed è importante valorizzare la città anche attraverso i giusti servizi e l’offerta. Sono due ambiti strettamente collegati, il turismo genera lavoro per le attività e l’offerta commerciale contribuisce ad attirare visitatori dall’esterno. E’ importante lavorare in sinergia per creare il giusto flusso, supportare chi vuole investire ed offrire un pacchetto completo a chi sceglie di visitare la nostra città, per renderla un’esperienza unica sotto tutti i punti di vista, come già succede in moltissime altre realtà alle quali non abbiamo nulla da invidiare. Abbiamo le idee giuste per far sì che Vercelli torni ad essere una città viva.

FEDERICA A:

Uno degli aspetti che più mi interessa, da molto ormai, è la pulizia della città. Penso, ad esempio, che avere un buon servizio di raccolta differenziata sia un buon l’inizio per creare un ambiente sano, vivibile e che “profuma di buono”. Mi piacerebbe che tutti i cittadini ci pensassero anche solo un minuto: io, per quanto possibile, ci provo.

Grazie a entrambe per la chiacchierata e buon lavoro!

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